Oggi sono stato a L’Aquila, una città ancora ferita a 6 anni dal terribile terremoto, ma sicuramente non rassegnata. Ho accettato l’invito dell’Associazione Alveare per il Sociale che da tempo ormai promuove i progetti di SOS Scuola. Una buona pratica che coinvolge alunni, genitori, volontari e territorio attraverso laboratori artistici. Riqualificando scuole fatiscenti e rendendole belle e decorose. Ecco oggi a L’Aquila, alla scuola G. Rodari, ho visto giovani entusiasti e appassionati che con la loro arte non si arrendono alla “bruttezza” di una scuola-container. Ragazzi che con il loro lavoro hanno reso la Rodari un luogo che non possiamo definire in altro modo se non “bello”.

La scuola-container G. Rodari svolge le attività scolastiche dentro un modulo abitativo. Non sono andato lì per promettere una nuova scuola: il progetto è avviato e i fondi già stanziati. Sono andato a L’Aquila per vivere con i ragazzi di Sos Scuola un’esperienza che ha il sapore di riscatto e di scommessa. Ha il sapore della determinazione di chi, oltre a chiedere legittimamente diritti, dimostra quotidianamente di voler lavorare per costruire il proprio futuro, un futuro fatto di case ma anche di passione e socialità.

Tra le mura grigie e impersonali di un modulo abitativo, grazie a Paola Rota, Paolo Bianchini e ai tanti volontari arrivati da ogni parte dell’Italia (e anche da alcuni paesi europei), l’arte si è materializzata in diverse forme artistiche rendendo accogliente l’ambiente che appartiene agli aquilani. Ecco: l’appartenenza. Oggi è merito loro se anche io mi sono sentito parte di questo progetto e di questo spazio, è grazie a loro che ho toccato con mano l’idea viva di una scuola aperta, solidale, accogliente che abbraccia il territorio.

Dal prossimo anno, grazie ad un Protocollo d’Intesa sottoscritto dal MIUR con l’Associazione Alveare per il sociale, l’esperienza di Sos Scuola potrà moltiplicarsi nelle aree più difficili del nostro Paese, dove maggiore è la richiesta di partecipazione e condivisione sociale. Dove è più forte l’esigenza di sentirsi parte di una comunità, di un quartiere, di una città, di una nazione. La scuola è veramente scuola se lavora perché nessuno rimanga escluso. Andiamo avanti con impegno e determinazione.

di Davide Faraone, Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, della Ricerca e dell’Università