di Valeria Misseri*

“Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore. Viaggia e viaggia, capitò nel paese con l’esse davanti”.
Così ha inizio la storia raccontata durante il laboratorio che ho svolto con Marisa Polizzi e i bambini della scuola G. Rodari.

Ma voglio raccontarvi anche di un altro viaggio, un viaggio in un luogo ricco di emozioni ma anche di Sogni, Sorprese, Sorrisi, Smorfie, Spensieratezza, Svegliarsi presto la mattina Sbadigliando e andare verso Scuola impastati di Stanchezza e Sonno. Ho voglia di raccontarvi anche dell’intesa nata tra me e Marisa Polizzi e delle nostre idee che si sono intrecciate giorno dopo giorno e che hanno dato vita ad uno “Staccapanni” ed alla “Smacchina fotografica”. Voglio parlarvi dei bambini, perchè sono loro che ci hanno guidato, gli artefici dei lavori svolti, noi siamo stati i “loro strumenti”. E voglio raccontarvi di quella aula trasformata in un vero e proprio “laboratorio”, luogo in cui c’ era un gran via vai di ragazzini, bambini e volontari che entravano, lasciavano una propria emozione (disegno, pittura, sguardo, parole, silenzi, giochi, commenti….) e poi andavano via, alcune volte senza dire una parola ma lasciando il proprio elaborato sul tavolo del tutto anonimato.

Cos’ è uno Staccapanni? Gianni Rodari scrive: “l’attaccapanni serve a ben poco, se non avete il cappotto da attaccarci. Col nostro staccapanni è tutto diverso. Lì non bisogna attaccarci niente, c’è già tutto attaccato. Se avete bisogno di un cappotto andate lì e lo staccate”. Ed ecco che i bambini hanno espresso prima verbalmente, e poi attraverso un elaborato, gli abiti che desideravano trovare in un ipotetico “staccapanni”.

E tra ritagli di stoffe, colla, bottoni, ritagli di carta colorata, domande, richieste, sguardi che chiedevano approvazioni, progettazioni espresse ad alta voce mentre si lavorava, nascono i loro abiti. All’interno del laboratorio non solo hanno lasciato i propri elaborati, ma anche le loro emozioni, insicurezze, idee, sogni….

Marisa, con la sua pittura delicata, ha dato una “forma” a tutto ciò, e lo ha raccontato attraverso un magnifico murales, è riuscita perfettamente ad “appendere” i loro sogni avendone anche rispetto senza portare alcuna modifica, ma arricchendolo con degli uccelli splendidi che volano intorno allo staccapanni.

E la Smacchina fotografica? Invece di fare le fotografie fa le caricature, così si ride. Ed ecco la mia proposta: creare liberamente, utilizzando la pittura, delle caricature, ritraendo chiunque si desiderasse. Ho cercato di creare uno spazio molto libero, con poche regole. I bambini erano impegnati a svolgere altri laboratori ed ho avuto difficoltà a ragrupparli tutti insieme e a fare un lavoro di gruppo, quindi ho lasciato il laboratorio aperto per due giorni in modo che loro potessero avere la libertà di accesso in qualsiasi momento. C’è chi ritraeva il proprio amico o la propria insegnante, e chi invece ritraeva se stesso il tutto tra commenti e risate e mai nulla di eccessivamente offensivo. Ho notato una gran collaborazione tra i gruppetti che entravano ed uscivano e sopratutto un gran rispetto per i lavori altrui (complimenti alle insegnanti che sono riuscite a trasmettere grandi valori ai propri alunni).

Entrando all’interno dell’ Istituto Gianni Rodari, subito a sinistra in alto, troverete il rullino “Skodac”: naso in su e testa alta, i sogni non stanno a terra. Il rullino vi indica una strada… e in questa strada ci sono i bambini che vi raccontano questi sette giorni passati tra i volontari.

*Valeria Misseri è nata a Palermo nel 1983. Dopo aver conseguito gli studi al Liceo artistico E. Catalano nel 2001 si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Palermo dove consegue il diploma di primo livello in scenografia nel 2008 con la tesi ” il teatro delle ombre e le sue origini”. Negli anni successivi approfondisce l’argomento sviluppando video in stop-motion facendo muovere silhouette e illustrazioni realizzate da lei. Durante gli anni accademici partecipa l’Erasmus e dal 2005\06 frequenta il “Central saint martins college of artand design” di Londra. Dal 2008 comincia un lungo percorso nell’ambito educativo-didattico presso “La casa della musica”(scuola dell’infanzia) e nelle vesti di educatrice progetta, organizza e realizza laboratori artistici e scenografici. L’osservazione costante ed il contatto quotidiano con i bambini hanno alimentato la sua passione per la pittura, per i video in stop-motion e illustrazioni di storie influenzando i suoi elaborati e condizionando il suo linguaggio comunicativo ed espressivo. Il contatto diretto con arti terapeuti e pedagogisti le hanno permesso di approfondire le sue conoscenze e le sue passioni che l’hanno condotta a intraprendere, nel 2014, un percorso (ancora non concluso) presso la scuola Art Therapy Italiana per diventare Arte terapeuta.